IL FELICE INCONTRO TRA IL COMMITTENTE E L’ARTISTA
Il polittico per la Trasfigurazione con le grandi tele di Francesca Scalisi dedicate ai quattro evangelisti nella chiesa di Maria Santissima della Confusione dei Cappuccini a Salemi (TP).
Massimiliano Valdinoci, architetto, Accademia di Belle Arti di Verona
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Arte sacra, religiosa, liturgica.
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“Non è facile parlare di arte sacra contemporanea, non solo perché non si affronta il tema in modo veramente consapevole, ma anche perchè per “sacro” si intende talvolta una nebulosa di termini di non sempre chiara interpretazione”[1]. Se l’arte sacra è la manifestazione estetica di quanto è autenticamente umano nel suo aprirsi ad un desiderio di assoluto …tutta la vera arte è sacra nel momento in cui è espressione dell’uomo, che … si apre al divino, al trascendente, all’assoluto….non è uno specifico dell’arte cristiana.
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Oggi c’è molta confusione: per secoli la Chiesa è stata committente di arte liturgica e i più noti capolavori che il passato ci ha trasmesso appartengono alla dimensione dell’arte per la liturgia. Un’arte che ha nutrito il nostro immaginario, ma soprattutto ha accompagnato i riti della chiesa cattolica.
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L’arte sacra dopo il Concilio Vaticano II in Italia:
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Fino agli anni ‘80 del XX secolo si sono vissute le conseguenze del ruolo che la Pontificia commissione centrale per l’arte sacra in Italia e del suo presidente Mons. Giovanni Fallani. A partire dal 1924 infatti, anno della sia istituzione, la pontificia commissione grazie al dinamismo del suo presidente, fino agli anni 80 ha sviluppato un’intensa attività formativa e di orientamento (convegni, incontri seminari) segnando profondamente le chiese italiane. Amico di artisti Fallani divenne promotore e collaboratore di molte inziative artistiche…..
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Un altro problema sono state da un lato, le difficoltà della committenza ecclesiastica (per mancanza di formazione e timidezza) ad uscire dagli schemi tradizionali, rivolgendosi ad artisti contemporanei di chiara fama, dall’altro quelle degli architetti che tendevano a far prevalere la parete vuota e l’architettura in una sorta di aniconismo razionalista. In Italia nell’ambito delle parrocchie un ruolo poi di grande importanza, anche nel campo artistico, è stato svolto dai parroci che hanno avuto ampia autonomia rispetto a vescovi e laici competenti e larga discrezionalità nelle scelte…....L’orientamento più comune è stato quello di riproporre immagini di tipo tradizionale commissionate a buoni artigiani scelti in ambito o entro limiti ecclesiastici…raramente si sono rivolti ad artisti di chiara fama in grado di dare attuazione a programmi innovativi….è mancata una vera formazione del clero in tal senso…grande timidezza …..e i risultati sono stati spesso deludenti….accompagnati da poco sostegno da parte dei vescovi…Gli architetti inoltre hanno contribuito con il loro ruolo di riduzione al minimo la presenza delle immagini, quasi un azzeramento…Con la fine degli anni 80 artisti, scultori e grafici si sono dimostrati più curiosi e attenti nei confronti della chiesa dei suoi spazi e delle sue proposte….e ciò è accaduto a partire dalla partecipazione attiva al concorso per tre nuove chiese a Milano nel 1990…Solo più tardi il ciclo dei concorsi pilota attivati sotto la direzione di Mons. G Santi a partire dal 1998 hanno introdotto in maniera stabile la figura dell’artista unitamente a quella dell’architetto e del liturgista per cercare di riannodare i fili della ricerca….
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Il ruolo imprescindibile di teologi e liturgisti per favorire l’incontro con gli artisti. In Italia non pare che questo contributo sia percepibile oltre al fatto che tali categorie sono esigue, non collaborano tra loro ne con gli artisti…solo alcuni movimenti ecclesiali, associazioni, centri culturali sembrano mantenere iniziative mostre convegni e un ruolo lo potranno avere i musei diocesani…AMEI ….e alcune gallerie di punta coma la galleria S Fedele e la Raccolta Lercaro a Bologna …Nei centri di formazione e ricerca ecclesiastici (università vaticane e facoltà teologiche) pare non esserci interesse nei confronti delle arti visive
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Il sussidio Spirito creatore: Proposte e suggerimenti per promuovere la pastorale degli artisti e dell’arte del 1997 testimonia sia pur sommessamente un rinnovato dialogo con gli artisti alle soglie del Giubileo del 2000. L’intento era favore l’incontro con l’arte e gli artisti da parte delle comunità cristiane come dono dello Spirito
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La committenza: oggi la Chiesa sembra aver perso questo ruolo di committente, con un effetto di scollamento tra l’arte profana che fa parte dei circuiti del mercato dell’arte e l’arte liturgica che presenta caratteristiche di frammentarietà, quasi fosse una realtà parallela a quella artistica….(una frattura che esiste dal XVIII secolo fino ad accentuarsi nel XX secolo con le avanguardie e la crociata di Pio XI contro il modernismo nell’arte sacra). Ma che in Italia ha esiti negativi ancora oggi. Eppure il problema delle immagini rimanda a quello dell’autocomprensione che la comunità cristiana ha di sè. Quale visione di Dio ha.
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Il polittico della Trasfigurazione della chiesa dei Cappuccini a Salemi (TP) che definirei un caso di felice incontro tra il committente e l’artista. Qui infatti, un committente profondamente colto, padre Vinvenzo Scrudato, aperto alla novità del linguaggio artistico contemporaneo, ha saputo accompagnare un’ artista sensibile ai temi di fede, Francesca Scalisi, nella realizzazione di un polittico che rappresenta i quattro evangelisti. Le quattro grandi tele accompagnano nello spazio presbiterale quella storica della Trasfigurazione e nella loro astrazione divengono, pur nella loro singolarità (ognuna rappresenta un evangelista), un unicum. A partire dai toni cromatici scuri, terreni della tela che rappresenta Matteo, si passa a quelli blu della ricerca della fede in mezzo ai suoi umani dubbi e incertezze nella tela di Marco, per passare a quelli più caldi della tela che rappresenta Luca, là dove sembra di intravedere il cuore ferito del Padre che si apre al perdono e alla tenerezza misericordiosa, fino ad arrivare nell’ultima tela, quella giovannea, alla rappresentazione fisica cromatica del passaggio dalla morte alla vita. Qui davvero sembra chiudersi il cerchio della speranza di vita cristiana, che rimanda all’ antica tela collocata al centro (La Trasfigurazione): anticipo della risurrezione della carne che trionfa nei colori quasi dorati delle forme fluttuanti nella metà superiore della tela. Questo è quello che si vede, ma c’è qualcosa d’altro che mi sento di dire, dopo tanti anni, che mi occupo di arte sacra e soprattutto di arte per la liturgia: Francesca Scalisi con discrezione, che non è paura, ma consapevole coraggio, è riuscita a fare qualcosa che solo una donna può fare. E’ riuscita a fare spazio dentro il suo lavoro alla Parola, quella Parola che il Concilio Vaticano II, ha recuperato all’accessibilità di tutti, senza l’autoreferenzialità che caratterizza tanti suoi colleghi uomini, ma al tempo stesso senza rinunciare con umiltà decisa al suo linguaggio di pittrice tridimensionale del colore e della luce e così i quattro grandi teleri mi piace chiamarli così, attraverso il colore e luce, ci parlano della parola che i quattro evangelisti ci hanno tramandato di quel kerigma (annuncio cristiano della salvezza attraverso la parola di Gesù agli uomini) che proprio in questo tempo di AVVENTO attendiamo.Nella sua esortazione apostolica Evangelii Gaudium Papa Francesco scrive che è bene che ogni catechesi presti una particolare attenzione alla via pulchritudinis …perchè annunciare Cristo significa mostrare che credere in Lui e seguirlo non è solo una cosa vera è giusto, ma anche bella, capace di colmare la vita di un nuovo splendore e di una gioia profonda.
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Concludo: Un teologo veronese di nascita anche se tedesco di formazione (R. GUARDINI), forse una della figure più alte del 900 scriveva che “L’immagine cultuale pone davanti a noi una presenza non un simulacro ….Il significato dell’immagine di culto è che Dio si fa presente”.
La chiesa di Salemi, così come la vediamo ora è frutto continuo di sovrapposizioni, smantellamenti, adattamenti, rielaborazioni e ricostruzioni. In una parola di “stratificazioni”: le più significative quelle avvenute dopo il terremoto che ha sconvolto la Sicilia e che non sono stati del tutto cancellati come successo in altre chiese a noi vicine.
Gli interventi artistici che questa chiesa parrocchiale semplicemente ospita e contiene, ma da cui riceve forma e sostanza e che ha saputo generare, sono una dimostrazione di come anche l’arte “contemporanea” abbia risorse espressive e mezzi formali per comunicare spiritualità, generando le forme di “un’arte sacra” svincolata dalla pura mimesi storica, anzi rinnovandone l’incanto, l’efficacia e l’inventiva. In questa occasione possiamo invece dire che l’artista e il committente illuminato hanno saputo dialogare nel reciproco rispetto e hanno saputo ritessere trame, annodare i fili dell’amicizia, di essersi conosciuti. Un presente di cui oggi diventiamo i testimoni che si aggiunge alla ricca eredità che consegniamo alle generazioni future.
La fiducia che il concilio Vaticano II aveva riposto nel mondo della cultura e dell’arte non può oggi quindi essere disattesa…
Concludo davvero:
“La liturgia, al di là delle apparenze, è profondamente sensibile alle vicende e alle trasformazioni ecclesiali e sociali. Salvo alcuni elementi essenziali e immutabili, è anch’essa una realtà non definita una volta per tutte. Di conseguenza anche l’edificio della chiesa e le opere d’arte che l’accompagnano - almeno per quanto riguarda la tradizione latina- non sono definitivi una volta per tutte, ma si modificano nel corso dei secoli, come testimonia ampiamente la storia dell’arte occidentale”
Se dobbiamo quindi guardare alle prospettive future non posso che fare miei gli auspici che Mons. Giancarlo Santi esprimeva già nel 2013, in occasione di un convegno: l’urgenza della formazione non solo dei progettisti, ma in modo particolare dei committenti e la necessità di proseguire la ricerca, intesa come conoscenza sia dei manufatti, delle loro vicende architettoniche e artistiche, sia della teologia liturgica che li ha generati approfondendo la prospettiva storica.
“L’arte è esperienza di universalità. Non può essere solo oggetto e mezzo. E’ parola primitiva, nel senso che viene prima e sta al fondo di ogni altra parola. E’ la parola dell'origine, che scruta al di là dell’immediatezza dell’esperienza, il senso primo e ultimo della vita. E’ conoscenza tradotta in linee, immagini, colori e suoni, simboli che il concetto sa riconoscere come proiezioni sull’arcano della vita, oltre i limiti che il concetto non può superare: aperture dunque sul profondo, sull’altro, sull’inesprimibile dell’esistenza, vie che tengono libero l’uomo verso il mistero e ne traducono l’ansia che non ha altre parole per esprimersi…” (Giovanni Paolo II).
Salemi 17 Dicembre 2023 Massimiliano Valdinoci
Riferimenti bibliografici e orientamenti:
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G. SANTI, Celebrare con le immagini nelle chiese italiane. Committenza, orientamenti, realizzazioni, Vita e Pensiero, Milano, 2017.
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A. DALL’ASTA, Eclissi. Oltre il divorzio tra arte e Chiesa, S. Paolo edizioni, Cinisello Balsamo, 2016.
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A. DALL’ASTA, La luce colore del desiderio. Percorsi tra architettura, cinema e teologia dall’ Impressionismo a oggi, Ancora, Milano, 2021
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G. ZANCHI, Icone dell’esilio. Immagini vive nell’epoca dell’Arte e della Ragione, Vita e Pensiero, Milano, 2022
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AGNISOLA, A. DALL’ASTA a cura di, Quale arte sacra oggi ?, Ancora, Milano, 2023
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G. ZANCHI, Lo spirituale dell’arte. Estetica e società nell’epoca post secolare, Ed. Bibliografica, Milano, 2023
[1]A. DALL’ASTA, Eclissi. Oltre il divorzio tra arte e Chiesa, S. Paolo edizioni, Cinisello Balsamo, 2016
Francesca,
gemma preziosa della tua comunità (Salemi), con la sua opera, si è inoltrata nella bellezza dei S. Evangelisti. Esperienza straordinaria, la sua lettura trasformata in una orchestrazione mirabile per i colori e la sua segnica. E’ entrata a pieno titolo all'interno di uno spazio sacro dove le sue tele diventano "Santi segni". queste tele porteranno il fedele a inoltrarsi nel mistero della suprema bellezza che è Dio nostro Padre. Brava Francesca, lo dico un'altra volta Brava! I miei complimenti vanno al parroco di questa chiesa, che ha avuto il coraggio di dare spazio all'arte Sacra contemporanea, raro esempio di intelligenza e di coraggio di affidare a una grande pittrice quale è Francesca Scalisi di dipingere con il suo linguaggio pittorico, i versetti dei quattro evangelisti.
Con sincero affetto e stima